Gradisca d'Isonzo domenica 9 giugno.
Circa 200 persone hanno partecipato al Corteo No Cpr contro la prevista riapertura del Lager per migranti, istituito dentro la ex caserma Polonio di via Udine, nel Comune di Gradisca d'Isonzo, in "provincia" di Gorizia. Un tema, quello dei Cpr (ex Cie, ex Cpt), che, oggi come oggi, è ancora più difficile da trattare che in passato, in quanto richiede di essere spiegato a un opinione pubblica sempre più manipolata e questo implica che gli/le attivist* antirazzist* devono sviluppare un linguaggio e una narrazione non autoreferenziale se vogliono farsi capire.
E' necessaria una nuova pratica politica da preparare e diffondere con pazienza sul territorio e non solo all'interno dei gruppi antagonisti, gruppi che invece, a loro volta, si dovrebbero porre come strutture operative di sensibilizzazione e, per cerchi concentrici, allargare la comprensione del problema e il coinvolgimento effettivo delle persone per incrementare la partecipazione alle manifestazioni. In un tema come questo non si può fare leva solo sulla spontaneità della mobilitazione ma è necessario sviluppare un programma organizzativo vincolante, che richede, esso sì, una effettiva motivazione politica di base, che metta il risultato da raggiungere davanti a tutto il resto.
La dinamica politico-organizzativa, per avere successo, non può essere quella secondo cui i gruppi coinvolgono a malapena loro stessi, ma quella dove le entità organizzate pre-esistenti sul territorio si fanno effettivamente carico del problema e lavorano, nelle loro sfere di influenza, per estendere la partecipazione reale. La nuova battaglia contro il Lager di Gradisca è forse la sfida principale che abbiamo di fronte e mette oggi a dura prova le capacità soggettive, politiche e organizzative degli attivisti sul territorio regionale.
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