Judita e Lauren sono due ceramiste dalle quali abbiamo colto l'appello per la giornata di sensibilizzazione sulla soffocante presenza di plastica sul pianeta. Less plastic day – un giorno senza plastica: pensato per il 19 dicembre con una iniziativa presso lo spazio sociale Tai Gjai (via 8 marzo – S.Giorgio di Nogaro) con la presentazione del progetto “More Clay Less Plastic” e la proiezione del documentario “Straws” - cannucce.
Pensare un mondo senza plastica è pressochè impossibile, tanto ne siamo invas* e pervas* da tutte le forme e le varianti che ha preso questa materia figlia del petrolio. Qui un breve cenno sulla sua storia; ma da qualche parte bisognerà pur incominciare.
Le cannucce, per esempio; quei tubicini di plastica con i quali si suggono le bevande impiegano 500 anni per distruggersi completamente; in Italia se ne consumano 2 miliardi all’anno e in tutta Europa 36 miliardi, in estate punteggiano le spiagge, non si riciclano e, come i 12 milioni di tonnellate di polimeri loro parenti, finiscono nel mare (dati CNR).
Tornare alla ceramica per molti oggetti di uso quotidiano è possibile e tornare alla ceramica di produzione artigianale è anche guardare alla dimensione di un lavoro che ha una storia e un'”anima” che viene dalle persone che l'hanno creato e darebbe vita a questo mondo denso di oggetti usa-e-getta.
In ogni caso, pensiamo che non tutto ha senso di essere sostituito con materiali alternativi, tipo bioplastica cioè quella biodegradabile derivante da materie prime rinnovabili che sono mais o canna da zucchero. La bioplastica per essere prodotta richiederebbe un esteso uso di suolo da sottrarre alla produzione di cibo (come è già avvenuto per i biocarburanti) il che spesso implica deforestazione con tutto quello che ne consegue in termini di assorbimento di CO2 ecc. ecc. No. Dovremmo proprio pensare ad evitare, dove possibile, tutti quegli oggetti che ci riducono a puri e passivi consumatori/trici cioè semplici produttori/trici di rifiuti.
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