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Le bislacche teorie di Aleksandr Dugin

Aggiornamento: 16 giu 2019


Questo Dugin, (vedasi il capitolo 4 “The Reversibility of Time” del suo libro “The Fourth Political Theory”, tradotto qui sotto) dovrebbe studiare un pò di fisica, di ecologia, di cosmologia e di evoluzionismo.

Infatti, in particolare tutta la fisica dominante è proprio fondata sul “time reverse”, cioè tutte le equazioni della fisica sono reversibili e simmetriche rispetto al tempo.

Per contro, proprio la termodinamica che, a fine ottocento, aveva introdotto e l’irreversibilità temporale è stata esorcizzata dalla fisica ufficiale, meccanicista e neo-meccanicista comprese la relatività e la meccanica quantistica (Prigogine docet!)

Il capitalismo della crescita illimitata è proprio fondato su questa scienza del tempo reversibile, cioè del non preoccuparsi degli effetti irreversibili che lo sfruttamento della natura comporta sulla natura stessa in termini di perdita di biodiversità, di inquinamento, di esaurimento delle risorse, di global warming antropogenico, etc.…


Siccome l’irreversibilità del tempo è una caratteristica ontologica dell’evoluzione dell’universo, a partire dal big bang, dal quale l’universo stesso è nato, ed in particolare degli ecosistemi del nostro Pianeta vivente, gli accorgimenti essenziali che devono assumere le società ecologiche, egualitarie, (necessariamente anticapitaliste ed antistatali) servono certamente proprio per sottolineare le modifiche irreversibili apportate dalla specie homo sapiens agli ecosistemi, al territorio e alla biosfera, avendo molto chiaro che l’irreversibilità è una caratteristica ontologica costitutiva della natura, ma che la natura autogestisce all’interno della sua stessa logica fondata sulla “Time Arrow” evolutiva.


La specie umana invece (ma dobbiamo finalmente chiederci chi siamo dal punto di vista evolutivo, neurofisiologico e antropologico), da tempi immemori, è fuori-uscita dai principi evolutivi/evoluzionistici di tutta la natura cosmo-eco-biologica: ed è questo il vero problema da risolvere, cioè come rientrare nella natura, peraltro in un'era geologica che viene definita antropocene per sottolineare le modifiche irreversibili apportate dalla specie homo sapiens agli ecosistemi, al territorio e alla biosfera.


L'emergere delle gerarchie, dei sistemi di dominio, dei poteri capitalistici, militaristi e statuali che caratterizzano quasi tutte le società organizzate/urbanizzate che si sono allontanate dagli stretti cicli naturali, è una questione ben analizzata da Murray Bookchin nel libro L’Ecologia della Libertà già dal 1980.


Non esiste nessuna “quarta teoria politica”, esiste solo il problema storico, ben definito già dall’ottocento e raffinato nella seconda metà del novecento, con la sintesi fra lotta di classe ed ecologia, che ha come scopo la realizzazione di una società di liberi ed uguali, economicamente organizzata in modo sostenibile e in armonia con la natura e i suoi cicli bio-geo-chimici.

Esiste quindi solo una teoria politica alla quale la popolazione sfruttata possa essere interessata; tale teoria si deve preoccupare di realizzare una società ecologica di “figli della scienza” ( Luigi Sertorio ) e propugnatori della libertà “umana”, animale e perfino vegetale, dove i necessari compromessi all’interno dei cicli bio-geo-chimici e della catena alimentare vengono realizzati con il massimo possibile di eticità individuale e di specie.

Per fare i conti con il passato, al sovranista russo Aleksandr Dugin possiamo contrapporre l'anarchico russo Pietro Kropotkin (1842 - 1921), sostenitore della libertà nella unità e nella diversità, del federalismo antistatale e anticipatore della sostenibilità.

Le bislacche teorie di gente come Dugin e altri pasticcioni e manipolatori sovranisti, populisti, rossobrunisti, evoliani, (vedasi i vari Diego Fusaro, Massimiliano Fini, Marcello Veneziani, Marco Mori, Giulietto Chiesa… alcuni di questi ben rappresentati nell’occasione udinese dallo scemo del villaggio globale tale Emanuele Franz…) servono solo a mantenere in piedi la logica di dominio, la gerarchia, il capitalismo stesso, e a confondere le idee alle nuove generazioni soprattutto oggi come oggi che siamo di fronte ad una importantissima presa di coscienza ecologica da parte dei giovani che rivendicano nel modo corretto il diritto al futuro in un Pianeta vivibile e non devastato dalla famelicità del capitalismo e dalle epistemologie dei sistemi di dominio ideologico, politico ed istituzionale, dei quali il cosiddetto sovranismo è solo una ulteriore articolazione. Paolo De Toni


Traduzione del capitolo

“4. The Reversibility of Time”


Passi di: Dugin, Alexander. “The Fourth Political Theory”.


Tre teorie politiche sono state prodotte dall'ideologia della modernità. Erano tutte basate sulla topografia del progresso. Il progresso implica l'irreversibilità del tempo, un processo evolutivo in evoluzione e predeterminato. Il progresso è sia un processo orogenetico sia un processo monotonico. Inevitabilmente, tutte e tre sono basate sulla filosofia di Hegel. Dopo Hegel, il significato della storia divenne inteso in termini di Spirito Assoluto che si estraniava da se stesso, assumendo una forma come il processo dialettico della storia, diventando alla fine un tipo di monarchia illuminata.

Marx accettò questa topografia e, dopo Alexandre Kojève e Francis Fukuyama, anche i pensatori liberali lo accettarono. Nell'ambito del nazionalsocialismo, l'hegelismo è stato esternalizzato nel concetto di un Reich finale, con il Terzo Reich come terzo regno di Gioacchino da Fiore, e nel concetto di darwinismo sociale, dove la teoria della selezione naturale è stata adattata per applicarsi alla società e alle razze. Il darwinismo sociale è anche inerente al liberalismo di Spencer. Ognuna di queste tre ideologie della modernità si basa sulle premesse dell'irreversibilità del tempo e della storia unidirezionale. Riconoscono implicitamente l'imperativo totalizzante della modernizzazione. La modernizzazione può essere liberale, comunista o fascista. Un esempio dell'efficacia della modernizzazione fascista sarebbe il successo, per quanto brutale, della modernizzazione industriale della Germania di Hitler negli anni '30.

La quarta teoria politica è una teoria non moderna. Come ha affermato Bruno Latour [136], "Non siamo mai stati contemporanei". Gli assiomi teorici della modernità sono innocui perché non possono essere realizzati nella realtà. In pratica, sono permanentemente e molto spettacolarmente auto-neganti. La Quarta Teoria politica elimina completamente l'idea dell'irreversibilità della storia. Questa idea era interessante in senso teorico, come sostenuto da Georges Dumézil, [137] con il suo anti-euhemerism, [138] e Gilbert Durand. [139] Ho scritto in precedenza sulla sociologia e la morfologia del tempo nei miei libri Post-philosophy, Sociology of the Imagination e Sociology of Russian Society.


Il tempo è un fenomeno sociale; le sue strutture non dipendono dai loro obiettivi, ma dal dominio dei paradigmi sociali, perché l'oggetto è assegnato dalla società stessa. Nella società moderna, il tempo è visto come irreversibile, progressista e unidirezionale. Ma questo non è necessariamente vero all'interno di società che non accettano la modernità. In alcune società, che mancano di una concezione del tempo rigida e moderna, esistono concezioni cicliche e persino regressive del tempo. Pertanto, la storia politica è considerata nel contesto della topografia delle concezioni plurali del tempo per la Quarta Teoria politica. Ci sono tante concezioni del tempo quante sono le società.

La quarta teoria politica non si limita a scartare progresso e modernizzazione, comunque. Questa teoria contempla il progresso e la modernizzazione relativi, e intimamente connessi, alle attuali occasioni semantiche storiche, sociali e politiche, come nella teoria occasionale [140]. Il progresso e la modernizzazione sono reali, ma relativi, non assoluti. Ciò che si intende sono fasi specificate, ma non la tendenza assoluta della storia. Questo è il motivo per cui la Quarta Teoria politica suggerisce una versione alternativa della storia politica basata su occasionalismo sistematizzato.


Carl Schmitt era molto vicino a questo nel suo lavoro. Anche Fernand Braudel e l'École des Annales si sono ispirati a questo nei loro scritti. Nella discussione sulla trasformazione politica della società, li collochiamo nel loro specifico contesto semantico: storia, religione, filosofia, economia e cultura, con le sue specificità etniche ed etnico-sociologiche considerate. Ciò richiede una nuova classificazione della trasformazione sociale e politica. Riconosciamo queste trasformazioni, ma non le collochiamo su una scala ampia che potrebbe essere il "destino" comune per tutte le società. Questo ci dà il pluralismo politico.


La quarta teoria politica utilizza una concezione del tempo reversibile della società. Nel contesto della modernità, tornare indietro da un punto della storia a uno precedente è impossibile. Ma è possibile nel contesto della Quarta teoria politica. L'idea di Berdyaev del "Nuovo Medioevo" [141] è del tutto applicabile. Le società possono essere variamente costruite e trasformate. L'esperienza degli anni '90 è abbastanza dimostrativa: la gente nell'Unione Sovietica era sicura che il socialismo sarebbe partito dal capitalismo, non viceversa. Ma negli anni '90 hanno visto il contrario: il capitalismo che seguiva il socialismo. È abbastanza probabile che la Russia possa ancora vedere il feudalesimo, o anche una società dove c’è la proprietà degli schiavi, o forse una società comunista o primordiale emergere dopo. Coloro che ridono di questo sono i prigionieri del moderno e la sua ipnosi. Avendo riconosciuto la reversibilità del tempo politico e storico, siamo arrivati a un nuovo punto di vista pluralistico per la scienza politica, e abbiamo raggiunto la prospettiva avanzata necessaria per la costruzione ideologica:

La Quarta Teoria politica costruisce e ricostruisce la società dietro gli assiomi moderni. Questo è il motivo per cui gli elementi delle diverse forme politiche possono essere usati nella Quarta Teoria politica senza alcun collegamento con la scala temporale. Non ci sono fasi ed epoche, ma solo pre-concetti e concetti. In questo contesto, le costruzioni teologiche, l'antichità, le caste e altri aspetti della società tradizionale sono solo alcune delle possibili varianti; insieme al socialismo, alla teoria keynesiana, [142] ai mercati liberi, alla democrazia parlamentare o al "nazionalismo". Sono semplicemente forme, ma non sarebbero collegate a una topografia implicita di "tempo storico oggettivo". Non vi è nulla di simile! Se il tempo è "storico", non può essere "obiettivo". Dasein dice lo stesso. Dasein è l'argomento della quarta teoria politica. Il dasein può essere recuperato dalla raffinatezza della verità esistenziale derivata dalla sovrastruttura ontologica della società.


Dasein è qualcosa che istituzionalizza il tempo. Durand istituzionalizza il tempo di Traiectum [143] nella sua topografia. Traiectum / Dasein non è una funzione del tempo, ma il tempo è una funzione di Traiectum / Dasein. Ecco perché il tempo è qualcosa che è istituzionalizzato dalla politica nel contesto della Quarta Teoria politica. Il tempo è una categoria politica. Il tempo politico è un pre-concetto di una forma politica.

La quarta teoria politica ha aperto una prospettiva unica: se comprendiamo il principio della reversibilità del tempo, non solo siamo in grado di comporre il progetto di una società futura, ma saremo anche in grado di comporre un'intera gamma di progetti di differenti società future - così saremmo in grado di suggerire alcune strategie non lineari per una nuova istituzionalizzazione del mondo.


La quarta teoria politica non è un invito a un ritorno alla società tradizionale; cioè, non è conservatorismo nel senso convenzionale. Ci sono molte caratteristiche del nostro passato cronologico che sono piacevoli e molte altre no. Allo stesso modo, le forme della società tradizionale possono anche essere distinte l'una dall'altra. Infine, le matrici etniche e sociologiche e i contesti delle diverse società contemporanee sono anche diverse l'una dall'altra. Pertanto, la quarta teoria politica non dovrebbe imporre nulla a nessuno. Gli aderenti alla quarta teoria politica dovrebbero agire passo dopo passo: se discutessimo semplicemente la reversibilità del tempo e Dasein come i soggetti della nostra teoria, quello sarebbe il primo e principale passo. Ci libereremmo quindi di sviluppare i preconcetti. Possiamo definire diversi pre-concetti per quanto riguarda la reversibilità del tempo e Dasein / Traiectum, e quindi possiamo definire diversi concetti politici di tempo. E ciascuno di essi può essere inserito nell'attuale progetto politico, secondo i principi della Quarta Teoria politica ".

I deliri sovranisti, nazionalisti e neofascisti

Qui di seguito il comunicato stampa del Coordinamento 25 aprile di Udine contro il convegno con Dugin


Il “Coordinamento 25 Aprile” appena avuto notizia del convegno sovranista-nazionalista-neofascista previsto per sabato 15 giugno nel Salone del Parlamento presso il Castello di Udine, con l'annunciata partecipazione di Noam Chomsky, ha immediatamente scritto allo scienziato, linguista libertario, americano per delineargli lo scenario politico-ideologico al quale si sarebbe trovato di fronte e conseguentemente per invitarlo a non aderire in alcun modo a questa iniziativa. Come è già noto Chomsky ha disdetto la partecipazione al convegno.

Apprendiamo anche di altre defezioni, delle quali poco ci importa, ma che semmai confermano il carattere imbarazzante, degli organizzatori che pure hanno avuto il patrocinio e il finanziamento del Comune di Udine.

Va detto che nonostante gli aspetti patetici che la caratterizzano, l'iniziativa in sé rimane estremamente grave, in quanto il tour del neofascista russo Aleksandr Dugin è una tessera di quella strategia di infiltrazione dell’estrema destra nella politica europea che punta al progetto dell’Eurasia che in ultima analisi riecheggia le ambizioni geo-politiche hitleriane: vedasi il recente libro di Enrico Gatti “I Demoni di Salvini: i postnazisti della Lega, la più clamorosa infiltrazione politica della storia italiana”. Ed. chiarelettere 2019


Vediamo un breve identikit dei partecipanti.

Diego FUSARO, onnipresente nei talkshow, si autoproclama filosofo marxista ma scrive sul "Primato Nazionale", organo di CasaPound, e non a caso questa testata ha detto tutto il bene possibile del convegno del 15 giugno con Dugin.

Edoardo SYLOS LABINI è un regista che collabora alle pagine culturali del Giornale, ha avviato «un percorso autoriale interpretando i grandi personaggi della storia e della letteratura italiana, da F. T. Marinetti a Italo Balbo, da Giuseppe Mazzini a Gabriele D’Annunzio passando per l’imperatore Nerone»

Paolo PARON è il fondatore della Società Tolkieniana Italiana ed oltre ad avere tradotto i testi di Tolkien e scritto favole “celtiche”, (i sbilfs), un passato nell’MSI e poi in associazioni estrema destra; fedelissimo di Fontanini.

Guglielmo CEVOLIN Presidente di Historia che ha sdoganato e portato a Pordenone già nel 2013 il pensiero differenzialista e della destra estrema di Alain De Benoist (compagno di merende del nostro Diego Fusaro) ambedue a vario titolo sostenitori del fantomatico complotto mondialista e del Piano Kalergi e tenuto incontri nostalgici sulla Repubblica Sociale Italiana.

Daniele BERTELLO della cooperativa Arnia, che ha omaggiato Dugin – durante un incontro a Milano – della lampada “Julleuchter”, prodotta e usata dalle SS!

Infine su Emanuele FRANZ tralasciamo classificazioni perché è considerato da tutti “un puar frut” ma, diciamo, è lo scemo del villaggio … globale, animato da ambizioni personali e quindi l' “utile idiota” per chi gioca la partita ad alti livelli.


Gli antifascisti della Regione da molti anni monitorano l’evolversi del neofascismo in particolare in Friuli e hanno più volte denunciato la realizzazione di eventi sedicenti culturali ma, in realtà, di natura neofascista e neonazista (come la rivista Orion), spesso patrocinati dai Comuni. Così ora, nel caso di Udine, dobbiamo assistere a questa vergogna sostenuta dal Sindaco Fontanini, che continua a tradire la Resistenza e il Friûl e, concludiamo dicendo che abbiamo fatto benissimo a fischiare "Pieri cûl di piere" il 25 aprile in Piazza Libertà, e che continueremo a contestarlo ogni qualvolta ci sarà possibile farlo. Udine 14 giugno 2019


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