Come è già chiaro da un pò di tempo Omicron è più contagiosa ma meno letale, soprattutto perché colpisce poco i polmoni (così ci dicono).
Ovviamente essendoci una sorta di proporzionalità inversa fra i due fattori (contagiosità e letalità) ciò comporta che la pericolosità complessiva, in una società con molti anziani e soggetti fragili, non si abbassa in maniera drastica, peraltro nonostante i vaccini che, com’è acclarato, Omicron tende a scavalcare, con la necessità del booster oramai dopo quattro (anche tre!) mesi dalla seconda dose. Ma per quanto deve continuare questa situazione?
Facciamo una veloce carrellata dei problemi attuali.
Apprendiamo che la curva dei contagi (vedi figura) in Sud Africa, (dove la variante Omicron si è generata), così come è salita rapidamente, ora rapidamente sta scendendo. Però le condizioni in Europa sono antropologicamente e socialmente molto diverse, per note ragioni, che non stiamo a ripetere.
La strategia vaccinale è indietreggiata a semplice, ma anche piuttosto limitata, riduzione del danno.
Il tracciamento dei contagi in Europa è saltato. In Italia si è proceduto poco e male ai sequenziamenti e in FVG, (la prima Regione ad entrare in zona gialla) a detta di Vincenzo della Mea (docente Università di Udine), visto l’andamento della curva dei contagi pre-Omicron, l’incidenza della nuova variante è stata molto sottostimata.
Secondo Silvestri si sta “reffreddorizzando”.
Secondo Ricciardi si può convivere con un virus solo se circola poco altrimenti la Pandemia non finirà.
Secondo Zangrillo i dati ufficiali sono falsi perché la gente va continuamente farsi tamponare per vedere se si è negativizzata. Secondo Cartabellotta: "Misure governo? Solo pannicelli caldi. Bisogna abbassare circolazione virus: meno contatti e più smart working" ... e via di questo passo.
Ovviamente non si può non rilevare che gli scettici sulla campagna di vaccinazione avevano le loro ragioni ma, soprattutto, facendo noi, qui scriventi, parte di quella quota di scettici Anti-negazionista e Si Mask, dobbiamo rilevare che solamente oltre un anno dopo la seconda ondata ci si è decisi ad indicare le mascherine ffp2 come necessarie per la prevenzione della diffusione dei contagi. Basterebbe quest’ultima osservazione per delegittimare il CTS e i due Governi che si sono succeduti dall'inizio della pandemia, i quali nella marea degli obblighi, anche assurdi, (in particolare il greenpass) che hanno imposto, non hanno saputo cogliere immediatamente quello che era il problema fondamentale cioè ridurre il più possibile le circolazione aerea del virus, con il più semplice metodo, storicamente ben noto, ed oggi disponibile in forma abbastanza efficace. Le mascherine ffp2 andavano usate da subito, soprattutto nei mezzi di trasporto!
Abbiamo detto, oltre un anno fa (14 novembre 2020), che UN VIRUS E’ UN VIRUS e che un virus respiratorio, in primo luogo, va trattato dal punto di vista fluidodinamico, cioè con l'obiettivo di limitarne al massimo la diffusione aerea, soprattutto in ambienti chiusi o in assembramenti massicci, anche all'aperto, nonchè nei rapporti ravvicinati fra le persone. Si tratta di regole generali che non devono aver il bisogno di essere imposte dai Governi.
* Il virus è globale e planetario.
* Il virus è interpersonale.
* Il virus si avvale della stupidità umana.
* il virus ha indotto concezioni del mondo e della realtà che con un neologismo potremmo definire come “divisive”.
* Il virus ha messo in evidenza le deboli capacità cognitive della stragrande maggioranza della popolazione.
* Il virus, dulcis in fundo, ha delegittimato metodi scientifici obsoleti o quanto meno inapplicabili ad una scienza complessa come l’epidemiologia, che per sua natura è non-riduzionista, interdisciplinare e, udite udite, politicamente motivata e certamente non può essere subalterna ai diktat dell’economia.
Atteso che, ovviamente, non auspichiamo nessun ritorno ad una normalità che già non ci apparteneva, dobbiamo comunque riprenderci le nostre libertà di azione tenendo ben presente quali sono i rischi reali e una volta stabilito ciò, adottare in maniera rigorosa ma differenziata, le misure autogestite per un tendenziale azzeramento dei contagi.
Infine la cosa divertente è che anche l’odiato Bill Gates, prospettando (secondo lui) che la pandemia finirà entro il 2022, rileva però che i sistemi istituzionali ne usciranno con una enorme calo di consenso. Quindi la situazione pandemica/sindemica va gestita sia con modalità sanitarie che politiche, ispirandosi alla solidarietà di classe e a quanto di meglio si possa estrarre dalla scienza esistente mettendo in pratica le eventuali capacità di elaborazione in possesso dei movimenti antagonisti.
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